Le resine, e i materiali compositi che con esse è possibile realizzare, hanno avuto larghissima diffusione soprattutto in ambito industriale e artigianale a partire dal dopoguerra, trovando sempre maggiori impieghi nelle più disparate applicazioni: prototipi, nautica, design, scenografia, effetti speciali, moda, scultura, restauro, attrezzature e carenature per lo sport (dai telai di auto, moto e biciclette fino alle tavole da surf).
Lo sviluppo tecnologico degli ultimi decenni ha permesso di perfezionare questi materiali rendendoli idonei a qualsiasi utilizzo: miscelando resine e cariche inerti di vario tipo è possibile ottenere masse di materiale colabile in stampi precedentemente predisposti per riprodurre qualunque oggetto imitandone alla perfezione texture, peso specifico e consistenza del materiale originario (ceramica, legno, pietra, plastica, metalli, ecc.).
In base alla composizione chimica e/o al processo di catalisi, possiamo suddividere le resine in diverse categorie:
Resina Poliestere - E' la resina più comune e la più utilizzata per la realizzazione di manufatti in vetro-resina. Ha un costo contenuto ma è sconsigliata in campo hobbistico sia per le particolari accortezze necessarie durante la lavorazione che per l'elevata nocività del prodotto, che è rivolto pertanto ad utilizzatori professionali. Di colore giallognolo, anche nelle versioni completamente trasparenti, produce un'elevata reazione termica durante la catalisi. E' necessario preparare di volta in volta piccole quantità di resina (ca. 300 gr. totali tra resina e catalizzatore) per evitare l'eccessivo riscaldamento e il conseguente ingiallimento della massa durante il processo di essiccazione (catalisi). | |
Resina Poliuretanica - Diversamente dalle poliestere, nelle resine poliuretaniche l'agente catalizzatore è parte integrante della massa e non solo un acceleratore del processo chimico, pertanto le percentuali dei componenti A+B sono ben diverse e consistenti (ad es. 1:1 oppure 2/3:1/3). Sarà perciò possibile realizzare masse di composito in quantità maggiore rispetto alle resine poliesteri consentendo anche un maggiore controllo della reazione termica. | |
Resina Epossidica - L'uso di queste resine non è particolarmente complicato ma richiede estrema accuratezza e precisione nelle modalità di esecuzione e nei tempi. Le resine epossidiche sono principalmente bicomponenti, composte, cioè, dalla resina base (componente A) e da un induritore (componente B). Le proporzioni di miscelazione dei due componenti (resina + catalizzatore) devono essere assolutamente esatte e calcolate in peso (mai in volume); un dosaggio sbagliato porta irrimediabilmente a risultati disastrosi: un eccesso di resina base provoca una mancata catalizzazione, un eccesso di catalizzatore porta ad un eccessivo riscaldamento (non dimentichiamo che si tratta di resine termoindurenti). Adatte per stratificazione con tessuti di vetro, piccole colate e incollaggi. |
USO DELLE RESINE NELL'ARTE E NELL'ARTIGIANATO
E' facile immaginare che i campi di applicazione di questi moderni prodotti siano praticamente infiniti: dalle comuni esigenze del lavoro quotidiano come nell'attività artistica o durante il processo creativo e/o progettuale, ogni utilizzatore di questi materiali può trarre continua ispirazione e individuare soluzioni concrete e facilmente praticabili (dopo opportuni test e un minimo di familiarità con le resine) nella realizzazione di particolari manufatti.
Per orientarsi meglio tra le innumerevoli opportunità, risulta pratico classificare ulteriormente le resine in base alla diverse modalità di utilizzo, ovvero:
Resine da Colata Possono assolvere a molteplici funzioni tra cui creare o replicare oggetti nel campo del restauro della scultura e del design, nella scenografia e nella prototipazione oltre che nel modellismo (dinamico e statico). E' possibile inoltre riprodurre diversi materiali con l'aggiunta di cariche inerti che colorano, allegeriscono o appesantiscono le masse di resina da colata. Le resine trasparenti sono invece largamente utilizzate anche per inclusioni di oggetti o per realizzare monili e bigiotteria originale ma anche oggetti di dimensioni maggiori fino a pavimentazioni di aspetto simile al plexiglass. | |
Resine Pennellabili e Impermeabilizzanti Molte resine sono disponibili con analoghe caratteristiche ma in differenti versioni (più o meno fluide a seconda degli addittivi utilizzati) per soddisfare ogni esigenza applicativa. Ad esempio la resina epossidica trasparente da colata è disponibile anche in versione pennellabile e atossica, adatta al rivestimento e all'impermeabilizzazione di qualsiasi superficie, anche ad uso alimentare. Altre tipologie di resine bicomponenti sono appositamente studiate per realizzare facilmente pavimentazioni calpestabili sia in campo civile che industriale, altamente resistenti ai solventi, al graffio, ecc. Questa tipologia di resine è applicabile sia a rullo che a spruzzo, sia a spatola che a pennello. | |
Resine per Stratificazione Una resina idonea accoppiata ad una fibra o ad un tessuto (tipicamente fibra di vetro o tessuto di fibra di carbonio) dà luogo ad un composto molto resistente e versatile: la Vetroresina, largamente utilizzata da decenni in campo nautico, sportivo e automobilistico. Il principio generale è quello del "sandwich": tramite un tessuto facilmente flessibile e apprettabile, si procede dando forma al manufatto applicando varie mani di resina liquida sul tessuto che se ne impregna e irrigidisce rapidamente. E' possibile rinforzare l'oggetto applicando strati successivi di resina e tessuto (meglio se incrociato) fino ad ottenere lo spessore desiderato. Il procedimento è effettuato normalmente all'interno di appositi stampi (scafi e/o gusci vuoti della forma definitiva) ma alcune moderne resine all'acqua e tessuti quadriassiali consentono di realizzare strutture rigide "a mano libera" senza l'ausilio di stampi |
Per ulteriori informazioni consulta le schede: Guida ai prodotti e Le resine trasparenti